Viale Roma dal 1900 ad oggi ...
Da pochi giorni sono terminati le operazioni di piantumazione di nuovi alberi di leccio in Viale Roma. Ogni qualvolta vengono eseguiti lavori in un luogo/ edificio pubblico del paese, la curiosità mi induce a fare ricerche (documenti, foto, cartoline, interviste) sulla storia di quel luogo. Pubblico pertanto la mia interpretazione di Viale Roma, conscio che ci possono essere imprecisioni (soprattutto nelle date) o lacune. Chiedo quindi a chiunque vuol collaborare di mandarmi integrazioni/correzioni, perché il mio obiettivo è semplicemente la conservazione dell’identità paesana.
Purtroppo le foto allegate non seguono (per motivi tecnici) il filo del discorso e saranno inviate a gruppi. Il primo gruppo riguarda Viale Roma prima della rifondazione. La foto principale a cui fare riferimento ha titolo: 1919 via Principale
STORIA DI ALBERI, DI UN VIALE, DI UN PAESE
Agli inizi del 1900 Tresigallo era un piccolo borgo di poche case con ampi spazi cortilivi dislocati lungo uno stradone centrale, polveroso d’estate e fangoso d’inverno. La luce elettrica non era ancora arrivata e l’illuminazione era fornita da lampioni con lampade a carburo. L’acqua era un bene prezioso e la gente usava quella dei pozzi e dei canali per lavarsi e per lavare i panni, mentre per bere e cucinare comprava l’acqua potabile a secchi quando passava il carretto (trainato da un cavallo con sopra una botte piena prelevata dai pozzi di Valpagliaro o Jolanda). La strada sterrata, ha assunto negli anni, diversi nomi ognuno dei quali rispecchiava il momento storico che l’Italia stava attraversando. Infatti, scorrendo alcune vecchie CARTOLINE, si può vedere come nel 1915 la strada si chiamasse via I° MAGGIO (Tresigallo era frazione di Formignana la cui amministrazione a guida socialista nacque nel 1910). Nel 1917/18 viene chiamata semplicemente VIA PRINCIPALE (23 marzo 1919 Milano nascita del movimento fascista). In una cartolina la strada viene chiamata VIALE EDMONDO ROSSONI (eletto in parlamento nelle elezioni politiche del 1922). Solo durante la rifondazione del paese vennero assegnate le tabelle stradali alle vie e nel 1938/39 il nuovo viale appena realizzato chiamato VIALE XXI APRILE(data che secondo la leggenda corrispondente alla fondazione di Roma del 21 Aprile 753 a.C.). Questo nome è sempre stato poco noto ai paesani poiché nel 1940 Alfredo Farina (padre di Romeo) aveva aperto il BAR ROMA trasferendo così nella parlata popolare, quasi automaticamente, il nome del Bar al Viale.
Finita la guerra, nel paese vennero rimossi dagli edifici tutti i simboli fascisti (scuola elementare - 6 fasci in facciata), Domus Tua – 3 fasci in facciata, CELNA vicino alla targa di Via del Porto, Casa del Fascio – 3 fasci e la scritta casa littorio, GIL- 2 scudo con fascio, Ponti sul canale adiacente la Motta – stemmi in gesso con fascio, Piazza della Rivoluzione – scritta dell’anno di costruzione)
Furono cambiati cambiati nomi anche a molte strade ed edifici.
1935 - 1945
OGGI
Piazzale del Littorio
Piazzale Po
Parco della Rimembranza
Piazza Italia
Via Arnaldo Mussolini
Via I° maggio
Via dei fasci
Via Gramsci Nord e Sud
Piazza della Rivoluzione
Piazza Repubblica
Via Belle Arti
Viale Ferrara Est
Viale XXIII Marzo
Via Mazzini
Viale XXVIII Ottobre
Via Verdi
Via delle Venezie
Via Giordano Bruno
Piazzale delle Milizie
Piazzale dei Mille
Via Romildo Squarzoni
Via delle Arti
Viale delle Corporazioni
Via del mare
Piazza Risorgimento – Piazza Impero
Piazzale Forlanini
Casa del Balilla – casa GIL
Casa della Cultura
Casa del fascio- Casa del Popolo
Caserma Carabinieri
Bagni
Sogni
Nel 1947/48, era logica conseguenza che VIALE XXI APRILE venisse nominato ufficialmente VIALE ROMA poiché già da tempo la gente lo chiamava con questo nome.
Nella vasta raccolta fotografica sulla storia di Tresigallo c'è una foto emblematica per capire la "rifondazione rivoluzionaria" operata negli anni '30. La foto Illustra un giorno di mercato nella via Principale agli inizi degli anni’20 (il censimento del 1921 riportava 1427 abitanti nel territorio di Tresigallo). Guardando attentamente la vecchia foto, tra le bancarelle distribuite lungo la strada, si vedono dei bambini, un prete (Don Agostino Goberti),donne con gonne lunghe e il fazzolettone sul capo, altre, invece, sono “ben vestite”. Gli uomini, col cappello sul capo, portano i vestiti della festa, non ci sono giovanotti, probabilmente perché non ancora ritornati dalla prima guerra mondiale del 1915/18.
Le imposte delle scuole (la casa sulla sinistra) sono chiuse in quanto è un giorno di festa. Il mercato, infatti, per decenni si è sempre tenuto di domenica e solo nel dopoguerra è stato spostato al martedì. In strada ci sono delle biciclette, una dozzina di bancarelle e un carretto di un ambulante. Sono chiuse anche le finestre di palazzo Paparella (sulla destra, bombardato durante la seconda guerra mondiale) e le ombre corte fanno pensare all’ora di mezzogiorno in un giorno di primavera.
Non ci sono i lampioni per l'illuminazione pubblica, e anche se in alcune abitazioni si vedono le crocette per i fili della luce elettrica, normalmente nelle case si usavano le lampade a petrolio. Solo qualche anno dopo vennero piantati alcuni dei pali della luce elettrica distribuiti lungo tutta la strada (la vera rivoluzione nella illuminazione pubblica avvenne durante la rifondazione del paese quando furono installati i nuovi lampioni in ghisa a due bracci (fonderie PARENTI), e la società “PADANA” portò l’energia elettrica sia nelle strade principali che nelle abitazioni private).
Negli stessi anni, il Comune realizzò un vialetto con alberelli di ROBINIA, in doppio filare parallelo all’asse principale che delimitò, davanti alle vecchie scuole elementari, un ampio spazio, sede di mercato (divenuto poi Piazza Italia). Alla base di ogni albero, per onorare la memoria dei morti nella Prima Guerra mondiale, fu posta una targa con il nome di un Caduto. Circa a metà del viale, venne posizionata una colonna marmorea su cui era inciso il nome: VIALE DELLA RIMEMBRANZA. In cima alla colonna era posto un fregio simbolico. Durante i lavori di Rifondazione del paese (1936-40) la colonna e le targhe furono spostate nel camposanto (dietro la SAIMM) e per continuare ad onorare i caduti l’Associazione Combattenti costruì il monumento che si trova sulla facciata dell’asilo. Quando il vecchio camposanto fu demolito per costruire quello attuale, si persero le tracce delle targhe e della colonna. Quest’ultima fu ritrovata qualche anno dopo spezzata in due tronconi e priva del fregio superiore (solo nel 2002 l’Amministrazione Comunale, dopo il restauro, l’ha posizionata all’inizio di Viale Roma davanti alla banca Unicredit) a memoria storica.
Nella Piazza mercato difronte al Viale della Rimembranza si trovava, in posizione verticale, un grosso sasso marmoreo a forma di parallelepipedo (oggi davanti alla banca Bper). Si racconta che il sasso fosse presente in paese fin dal 1700 al quale attraccassero i barcaioli provenienti dalla valle che allora lambiva il terreno adiacente la vecchia chiesa. La tradizione vuole che il sasso sia un “GRADONE” dell’Arena di Verona, portato a Tresigallo da barcaioli del luogo.
Fino alla fine degli anni 30, lungo nella via Principale e Piazza Mercato si svolgeva il mercato settimanale e parate militari commemorative dell’epoca fascista.
Nel 1935/36 cominciò la rifondazione del paese e anche nella via Principale vennero eseguiti radicali lavori di trasformazione. Seguendo la rettificazione delle due scoline per l'acqua piovana ai lati della strada vennero piantati due filari di alberi a chioma sempreverde (LECCI). Inizialmente dovevano solo coprire la parte più “disordinata” di spazi pubblici costituiti da cortili e orti ma in seguito divennero il completamento di un disegno urbanistico più organico e completo. Infatti sul lato destro del viale (verso la ex-GIL) furono demolite vecchie abitazioni in particolare nella zona del CORTILONE (casa Chendi) per fare spazio alla costruzione della CASA LITTORIAe alle due palazzine adiacenti. I due edifici minori avevano la funzione estetica di mettere in risalto la casa del fascio che, per motivi di espropri non conclusi, non fu costruita nello slargo urbano di conclusione di via Roma vicino alla casa del Balilla. La palazzina alla sinistra della casa del fascio, fu adibita a BAR ROMA, mentre quella di destra diventò negozio di abbigliamento. Sul lato sinistro del via Principale, invece, tutte le case non furono modificate o abbattute e tutt’ora sono quelle originarie. La ditta LENZI& POLI fu l’esecutrice dei lavori di sbancamento, livellamento del nuovo viale realizzando la pavimentazione con mattonelle di bitume (bettonella pressata più spessa lungo la sede stradale e più sottile nei due controviali). A conclusione dei lavori il nuovo Viale era molto simile ad un Boulevard francese: tre distinte sedi stradali separate da due strisce erbose con cordoli in sasso in ognuna delle quali erano piantumati una siepe in BOSSO e un filare di LECCI alternati a PRUNUS. Lungo il viale furono installati lampioni in ghisa a due bracci (fonderia PARENTI) in stile dèco. I controviali erano destinati al transito di biciclette e pedoni mentre la carreggiata centrale ospitava il traffico veicolare. Dopo qualche anno gli alberi di prunus vennero estirpati, probabilmente perché provocavano troppo fogliame o incompatibili nella crescita con i lecci.
Dal 1938 fino alla fine della seconda guerra mondiale oltre alle sfilate del partito fascista, si sono svolte gare di pattinaggio a rotelle, uno sport diffuso nel nostro territorio.
Nel 1961 Tresigallo diventò Comune autonomo da Formignana e le Amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno fatto diversi interventi di riqualificazione del Viale Roma. Il Viale è sempre stato il centro della vita sociale e di aggregazione del paese: manifestazioni civili, processioni religiose, fiera paesana, scioperi, tombole, gimkana di moto e automobili, cortei funebri, ingresso ai Cinema Nuovo e Tampieri e alle tante attività commerciali e negozi. Ma sicuramente ciò che ha caratterizzato la vivacità di Viale Roma, sono state le notti d’estate davanti ai bar per organizzare il torneo di calcio: Bar Centrale, Bar Passarelli, Bar sport, Bar Nuovo.
Nell’inverno del 1984 il freddo intenso provocò danni a tantissimi alberi. I lecci, che già avevano avuto problemi con l’eccezionale nevicata del 1956, si ammalarono in modo grave tanto che dovettero essere eliminati poco tempo dopo. Nel 1987 anche la siepe in bosso fu tolta e sostituita prima da cespugli di rose e poi da alberelli di LAGESTROEMIA, ma nessuna di queste infiorescenze riuscì ad attecchire e il viale rimase spoglio per diverso tempo. Negli anni seguenti l’Amministrazione Comunale fece un nuovo intervento urbanistico piantando alberi di LIBIODENDRUM TULIPIFERA. Anche i lampioni originali ideati durante la rifondazione di Tresigallo, ormai usurati dal tempo, furono disinstallati e sostituiti con lampioni industriali che però non avevano nessuna attinenza con i criteri estetici ed architettonici del paese.
Negli anni seguenti gli alberi di LIBIODENDRUM divennero sempre più alti e le radici danneggiavano la pavimentazione dei controviali e i cordoli, per cui fu necessario sradicarli lasciando il viale rimane spoglio un’altra volta (2011-2015)
Nel 2017, la nuova Amministrazione intervenne ancora sulla struttura di Viale Roma rifacendo la pavimentazione con autobloccanti in cemento, di forma e colore simili agli originali in bitume, piantati alberi di LIGUSTRO, rifatte le aiuole con fondo in sassolini bianchi e rosa racchiusi dai cordoli originali in sasso , eliminati i lampioni industriali e sostituiti con lampioni di connotazione dèco di forma simile a quelli originali del 1935 (ma con una base leggermente più piccola, prodotti dalle fonderie NERI di Longiano (FC)).
Alla fine del 2020 gli alberi di LIGUSTRO, sono stati estirpati e sostituiti con alberi di leccio come quelli originali impiantati durante la rifondazione del paese.
Purtroppo le foto allegate non seguono (per motivi tecnici) il filo del discorso e saranno inviate a gruppi. Il primo gruppo riguarda Viale Roma prima della rifondazione. La foto principale a cui fare riferimento ha titolo: 1919 via Principale
STORIA DI ALBERI, DI UN VIALE, DI UN PAESE
Agli inizi del 1900 Tresigallo era un piccolo borgo di poche case con ampi spazi cortilivi dislocati lungo uno stradone centrale, polveroso d’estate e fangoso d’inverno. La luce elettrica non era ancora arrivata e l’illuminazione era fornita da lampioni con lampade a carburo. L’acqua era un bene prezioso e la gente usava quella dei pozzi e dei canali per lavarsi e per lavare i panni, mentre per bere e cucinare comprava l’acqua potabile a secchi quando passava il carretto (trainato da un cavallo con sopra una botte piena prelevata dai pozzi di Valpagliaro o Jolanda). La strada sterrata, ha assunto negli anni, diversi nomi ognuno dei quali rispecchiava il momento storico che l’Italia stava attraversando. Infatti, scorrendo alcune vecchie CARTOLINE, si può vedere come nel 1915 la strada si chiamasse via I° MAGGIO (Tresigallo era frazione di Formignana la cui amministrazione a guida socialista nacque nel 1910). Nel 1917/18 viene chiamata semplicemente VIA PRINCIPALE (23 marzo 1919 Milano nascita del movimento fascista). In una cartolina la strada viene chiamata VIALE EDMONDO ROSSONI (eletto in parlamento nelle elezioni politiche del 1922). Solo durante la rifondazione del paese vennero assegnate le tabelle stradali alle vie e nel 1938/39 il nuovo viale appena realizzato chiamato VIALE XXI APRILE(data che secondo la leggenda corrispondente alla fondazione di Roma del 21 Aprile 753 a.C.). Questo nome è sempre stato poco noto ai paesani poiché nel 1940 Alfredo Farina (padre di Romeo) aveva aperto il BAR ROMA trasferendo così nella parlata popolare, quasi automaticamente, il nome del Bar al Viale.
Finita la guerra, nel paese vennero rimossi dagli edifici tutti i simboli fascisti (scuola elementare - 6 fasci in facciata), Domus Tua – 3 fasci in facciata, CELNA vicino alla targa di Via del Porto, Casa del Fascio – 3 fasci e la scritta casa littorio, GIL- 2 scudo con fascio, Ponti sul canale adiacente la Motta – stemmi in gesso con fascio, Piazza della Rivoluzione – scritta dell’anno di costruzione)
Furono cambiati cambiati nomi anche a molte strade ed edifici.
1935 - 1945
OGGI
Piazzale del Littorio
Piazzale Po
Parco della Rimembranza
Piazza Italia
Via Arnaldo Mussolini
Via I° maggio
Via dei fasci
Via Gramsci Nord e Sud
Piazza della Rivoluzione
Piazza Repubblica
Via Belle Arti
Viale Ferrara Est
Viale XXIII Marzo
Via Mazzini
Viale XXVIII Ottobre
Via Verdi
Via delle Venezie
Via Giordano Bruno
Piazzale delle Milizie
Piazzale dei Mille
Via Romildo Squarzoni
Via delle Arti
Viale delle Corporazioni
Via del mare
Piazza Risorgimento – Piazza Impero
Piazzale Forlanini
Casa del Balilla – casa GIL
Casa della Cultura
Casa del fascio- Casa del Popolo
Caserma Carabinieri
Bagni
Sogni
Nel 1947/48, era logica conseguenza che VIALE XXI APRILE venisse nominato ufficialmente VIALE ROMA poiché già da tempo la gente lo chiamava con questo nome.
Nella vasta raccolta fotografica sulla storia di Tresigallo c'è una foto emblematica per capire la "rifondazione rivoluzionaria" operata negli anni '30. La foto Illustra un giorno di mercato nella via Principale agli inizi degli anni’20 (il censimento del 1921 riportava 1427 abitanti nel territorio di Tresigallo). Guardando attentamente la vecchia foto, tra le bancarelle distribuite lungo la strada, si vedono dei bambini, un prete (Don Agostino Goberti),donne con gonne lunghe e il fazzolettone sul capo, altre, invece, sono “ben vestite”. Gli uomini, col cappello sul capo, portano i vestiti della festa, non ci sono giovanotti, probabilmente perché non ancora ritornati dalla prima guerra mondiale del 1915/18.
Le imposte delle scuole (la casa sulla sinistra) sono chiuse in quanto è un giorno di festa. Il mercato, infatti, per decenni si è sempre tenuto di domenica e solo nel dopoguerra è stato spostato al martedì. In strada ci sono delle biciclette, una dozzina di bancarelle e un carretto di un ambulante. Sono chiuse anche le finestre di palazzo Paparella (sulla destra, bombardato durante la seconda guerra mondiale) e le ombre corte fanno pensare all’ora di mezzogiorno in un giorno di primavera.
Non ci sono i lampioni per l'illuminazione pubblica, e anche se in alcune abitazioni si vedono le crocette per i fili della luce elettrica, normalmente nelle case si usavano le lampade a petrolio. Solo qualche anno dopo vennero piantati alcuni dei pali della luce elettrica distribuiti lungo tutta la strada (la vera rivoluzione nella illuminazione pubblica avvenne durante la rifondazione del paese quando furono installati i nuovi lampioni in ghisa a due bracci (fonderie PARENTI), e la società “PADANA” portò l’energia elettrica sia nelle strade principali che nelle abitazioni private).
Negli stessi anni, il Comune realizzò un vialetto con alberelli di ROBINIA, in doppio filare parallelo all’asse principale che delimitò, davanti alle vecchie scuole elementari, un ampio spazio, sede di mercato (divenuto poi Piazza Italia). Alla base di ogni albero, per onorare la memoria dei morti nella Prima Guerra mondiale, fu posta una targa con il nome di un Caduto. Circa a metà del viale, venne posizionata una colonna marmorea su cui era inciso il nome: VIALE DELLA RIMEMBRANZA. In cima alla colonna era posto un fregio simbolico. Durante i lavori di Rifondazione del paese (1936-40) la colonna e le targhe furono spostate nel camposanto (dietro la SAIMM) e per continuare ad onorare i caduti l’Associazione Combattenti costruì il monumento che si trova sulla facciata dell’asilo. Quando il vecchio camposanto fu demolito per costruire quello attuale, si persero le tracce delle targhe e della colonna. Quest’ultima fu ritrovata qualche anno dopo spezzata in due tronconi e priva del fregio superiore (solo nel 2002 l’Amministrazione Comunale, dopo il restauro, l’ha posizionata all’inizio di Viale Roma davanti alla banca Unicredit) a memoria storica.
Nella Piazza mercato difronte al Viale della Rimembranza si trovava, in posizione verticale, un grosso sasso marmoreo a forma di parallelepipedo (oggi davanti alla banca Bper). Si racconta che il sasso fosse presente in paese fin dal 1700 al quale attraccassero i barcaioli provenienti dalla valle che allora lambiva il terreno adiacente la vecchia chiesa. La tradizione vuole che il sasso sia un “GRADONE” dell’Arena di Verona, portato a Tresigallo da barcaioli del luogo.
Fino alla fine degli anni 30, lungo nella via Principale e Piazza Mercato si svolgeva il mercato settimanale e parate militari commemorative dell’epoca fascista.
Nel 1935/36 cominciò la rifondazione del paese e anche nella via Principale vennero eseguiti radicali lavori di trasformazione. Seguendo la rettificazione delle due scoline per l'acqua piovana ai lati della strada vennero piantati due filari di alberi a chioma sempreverde (LECCI). Inizialmente dovevano solo coprire la parte più “disordinata” di spazi pubblici costituiti da cortili e orti ma in seguito divennero il completamento di un disegno urbanistico più organico e completo. Infatti sul lato destro del viale (verso la ex-GIL) furono demolite vecchie abitazioni in particolare nella zona del CORTILONE (casa Chendi) per fare spazio alla costruzione della CASA LITTORIAe alle due palazzine adiacenti. I due edifici minori avevano la funzione estetica di mettere in risalto la casa del fascio che, per motivi di espropri non conclusi, non fu costruita nello slargo urbano di conclusione di via Roma vicino alla casa del Balilla. La palazzina alla sinistra della casa del fascio, fu adibita a BAR ROMA, mentre quella di destra diventò negozio di abbigliamento. Sul lato sinistro del via Principale, invece, tutte le case non furono modificate o abbattute e tutt’ora sono quelle originarie. La ditta LENZI& POLI fu l’esecutrice dei lavori di sbancamento, livellamento del nuovo viale realizzando la pavimentazione con mattonelle di bitume (bettonella pressata più spessa lungo la sede stradale e più sottile nei due controviali). A conclusione dei lavori il nuovo Viale era molto simile ad un Boulevard francese: tre distinte sedi stradali separate da due strisce erbose con cordoli in sasso in ognuna delle quali erano piantumati una siepe in BOSSO e un filare di LECCI alternati a PRUNUS. Lungo il viale furono installati lampioni in ghisa a due bracci (fonderia PARENTI) in stile dèco. I controviali erano destinati al transito di biciclette e pedoni mentre la carreggiata centrale ospitava il traffico veicolare. Dopo qualche anno gli alberi di prunus vennero estirpati, probabilmente perché provocavano troppo fogliame o incompatibili nella crescita con i lecci.
Dal 1938 fino alla fine della seconda guerra mondiale oltre alle sfilate del partito fascista, si sono svolte gare di pattinaggio a rotelle, uno sport diffuso nel nostro territorio.
Nel 1961 Tresigallo diventò Comune autonomo da Formignana e le Amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno fatto diversi interventi di riqualificazione del Viale Roma. Il Viale è sempre stato il centro della vita sociale e di aggregazione del paese: manifestazioni civili, processioni religiose, fiera paesana, scioperi, tombole, gimkana di moto e automobili, cortei funebri, ingresso ai Cinema Nuovo e Tampieri e alle tante attività commerciali e negozi. Ma sicuramente ciò che ha caratterizzato la vivacità di Viale Roma, sono state le notti d’estate davanti ai bar per organizzare il torneo di calcio: Bar Centrale, Bar Passarelli, Bar sport, Bar Nuovo.
Nell’inverno del 1984 il freddo intenso provocò danni a tantissimi alberi. I lecci, che già avevano avuto problemi con l’eccezionale nevicata del 1956, si ammalarono in modo grave tanto che dovettero essere eliminati poco tempo dopo. Nel 1987 anche la siepe in bosso fu tolta e sostituita prima da cespugli di rose e poi da alberelli di LAGESTROEMIA, ma nessuna di queste infiorescenze riuscì ad attecchire e il viale rimase spoglio per diverso tempo. Negli anni seguenti l’Amministrazione Comunale fece un nuovo intervento urbanistico piantando alberi di LIBIODENDRUM TULIPIFERA. Anche i lampioni originali ideati durante la rifondazione di Tresigallo, ormai usurati dal tempo, furono disinstallati e sostituiti con lampioni industriali che però non avevano nessuna attinenza con i criteri estetici ed architettonici del paese.
Negli anni seguenti gli alberi di LIBIODENDRUM divennero sempre più alti e le radici danneggiavano la pavimentazione dei controviali e i cordoli, per cui fu necessario sradicarli lasciando il viale rimane spoglio un’altra volta (2011-2015)
Nel 2017, la nuova Amministrazione intervenne ancora sulla struttura di Viale Roma rifacendo la pavimentazione con autobloccanti in cemento, di forma e colore simili agli originali in bitume, piantati alberi di LIGUSTRO, rifatte le aiuole con fondo in sassolini bianchi e rosa racchiusi dai cordoli originali in sasso , eliminati i lampioni industriali e sostituiti con lampioni di connotazione dèco di forma simile a quelli originali del 1935 (ma con una base leggermente più piccola, prodotti dalle fonderie NERI di Longiano (FC)).
Alla fine del 2020 gli alberi di LIGUSTRO, sono stati estirpati e sostituiti con alberi di leccio come quelli originali impiantati durante la rifondazione del paese.